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Panoramica sulle barriere di sicurezza stradale: come si differenziano?

Sei alla scoperta dei dispositivi che compongono il mondo della sicurezza stradale? Barriere stradali, attenuatori, terminali. Se lavori nel mondo delle barriere stradali o semplicemente sei una persona curiosa, sei capitato nel posto giusto. In questo articolo troverai una breve guida sulle diverse tipologie e differenze, anche dal punto di vista normativo, scoprendo l’importanza della loro utilità e come possono salvare vite.

Cosa sono e a cosa servono

Una barriera di sicurezza stradale è un dispositivo di ritenuta veicolare installato per contenere o ridirigere il veicolo lungo la carreggiata. In altre parole, se l’automobilista, perdendo il controllo del veicolo, esce dalla carreggiata andando contro l’ostacolo, la barriera gli salva la vita, arrestando il veicolo o riportandolo in strada.
Il mondo delle barriere di sicurezza si presenta abbastanza variegato. Si stima che al mondo ci siano centinaia di produttori di barriere.

Tipologie di barriere

Le barriere di sicurezza stradale si distinguono in base all’ambito di applicazione, al tipo di installazione e al tipo di materiale impiegato.
In base all’applicazione, la distinzione è tra barriere longitudinali e barriere frontali. Le barriere longitudinali più comuni sono costituite in acciaio o in calcestruzzo e si classificano in:

  • guardrails;
  • barriere bordo ponte;
  • barriere in calcestruzzo;
  • varchi amovibili;
  • barriere temporanee.

Le barriere frontali si suddividono in attenuatori e terminali.
In questo articolo ci soffermiamo solo sulle barriere longitudinali che vengono distinte come segue. In base al tipo di materiale:

  • barriere in metallo (in acciaio zincato, in acciaio con trattamento corten e alcune in alluminio);
  • barriere stradali in legno;
  • barriere prefabbricate in calcestruzzo;
  • barriere stradali in plastica;
  • muretti realizzati in situ (anche se sono da considerare come alternativa);
  • barriere per uso temporaneo cantiere stradale in acciaio o in cemento.

Ma, ti starai chiedendo, cosa distingue effettivamente una barriera stradale dall’altra? La struttura.

Le barriere metalliche sono quasi sempre costituite da nastro (doppia onda o tripla onda) e paletto. In generale, quando si installa una barriera con nastro e paletticome spartitraffico si differenziano in barriera monofilare, composta da un solo paletto e il nastro attaccato da entrambi i lati, e barriera bifilare, costituita dal palo più il nastro sul lato sinistro e il suo speculare sul lato destro.

Un’ultima distinzione è tra le barriere permanenti su rilevato caratterizzate da palafitte battute nel terreno o asfalto e barriera permanente bordo ponte, caratterizzato da ancoraggio su cordolo di fondazione in calcestruzzo armato.

Immagine 1 - Rilevato
Immagine 2 - Cordolo

Normativa sulla sicurezza stradale

La normativa sulle barriere stradali non è univoca. In Europa vige la norma EN 1317 mentre in Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e altri ancora vige la norma MASH-16.
Per il momento, ci soffermiamo solo sulla normativa europea.

La normativa sulla sicurezza stradale prevede l’omologazione, da parte dei produttori di barriere di sicurezza stradale, a certificazioni e prove di urto per confermare le prestazioni dei dispositivi di ritenuta veicolare a seguito dei c.d. crash test, quindi valutare come reagiscono i dispositivi agli impatti e classificarli secondo uno specifico criterio di prestazione.
Nello specifico, la parte 2 della norma EN 1317 definisce le classi di prestazione, i criteri di accettazione delle prove d’urto e metodi di prova per le barriere di sicurezza.

La conformità alla norma sancisce il rilascio del marchio CE che vale solo per le barriere longitudinali permanenti.

Le barriere di sicurezza sono classificate classificsulla base di:

  • Livello di contenimento;
  • Larghezza operativa;
  • Deflessione dinamica.

La norma EN 1317 indica le classi di contenimento,quali:

  • - T (Temporary): 1, 2, 3 (livello di contenimento più basso);
  • - N (Normal): 1, 2 (livello di contenimento indicato per l’implementazione di barriere stradali in città, province e municipalità);
  • - H (High): 1, 2, 3, 4a, 4b (livello di contenimento più alto).
Immagine 3 - Livello di contenimento

Un’ulteriore classificazione delle barriere di sicurezza, oltre ai livelli di contenimento, è la larghezza operativa.

 

La larghezza operativa (Wm) è la distanza laterale massima fra il lato rivolto verso il traffico prima dell’urto della barriera di sicurezza e la massima posizione laterale dinamica di una qualunque parte della barriera.. (Cfr: EN 1317-2).

 

La larghezza operativa permette di determinare le condizioni geometriche per la scelta della tipologia del dispositivo da installare.

Immagine 4 - Larghezza operativa

Il massimo spostamento dinamico trasversale del frontale del sistema di contenimento (quindi lo spostamento della barriera stradale a seguito dell’urto del veicolo) rappresenta la deflessione dinamica (Dm) ed è fondamentale al fine di valutare lo spazio di lavoro utile per il corretto funzionamento della barriera stradale.

Anche in questo caso, come nel caso dei livelli di contenimento, ci sono delle classificazioni.

Il risultato di larghezza operativa è espresso attraverso la sigla “W” seguita da un numero. Ad esempio, Ad esempio, 1 rappresenta il punteggio migliore, in quanto la distanza della barriera dal punto iniziale, a seguito dell’urto, è inferiore o uguale a 60cm.

Immagine 5 - Deflessione dinamica

Questo elemento diventa fondamentale quando bisogna valutare lo spazio di installazione su bordo strada e soprattutto in spartitraffico.

Il livello di contenimento e la larghezza operativa dipendono dalla necessità di contenere veicoli e, negli ultimi anni, soprattutto veicoli pesanti.

Come scegliere una barriera di sicurezza stradale

Nella scelta del tipo di barriera stradale da prediligere, bisogna tener presente una serie di fattori come:

  • La tipologia di strada sulla quale installare il dispositivo;
  • La velocità di percorrenza della strada;
  • Lo spazio sulla carreggiata.

Il primo punto riguarda la media di traffico su un preciso tratto stradale. In questo caso, è necessario valutare una tipologia di barriera con un livello di contenimento adeguato sia nel caso di aree urbane che autostrade.

Se pensiamo che non tutti gli automobilisti rispettano i limiti di velocità imposti, vi è la necessità di realizzare barriere stradali con prestazioni efficienti e durevoli.

Quando sei davanti alla scelta della barriera “migliore”, valuta attentamente la larghezza operativa la deflessione dinamica.

Nel caso in cui devi scegliere tra una barriera bordo ponte e una barriera spartitraffico (e quindi devi valutare lo spazio sulla carreggiata) ti consigliamo di tener presente la larghezza operativa della barriera.

Quello che non sai è che non tutte le barriere stradali a contenimento elevato (considerando i livelli “base” tra quelli più elevati H1, H2, H3) presentano una larghezza operativa così contenuta.

Ottenere un risultato di larghezza operativa W1 non solo garantisce lo spazio necessario alla barriera stradale di operare in sicurezza ma ciò permette anche di risparmiare metri sulla strada, recuperando lo spazio necessario per altri progetti stradali sul tratto dove la barriera è stata installata, specie quando la barriera è pensata come spartitraffico.

Inoltre, nella scelta considera anche il peso del dispositivo: una barriera new jersey pesa fino a dieci volte in più di una barriera in acciaio.

Ed infine, la modalità di installazione.Nella valutazione della posa in opera (in gergo tecnico sarebbe l’installazione) è importante valutare attentamente la morfologia del terreno per decidere se installare una barriera guardrail e una barriera bordo ponte.

Adesso ti starai chiedendo ma cos’è una barriera bordo ponte??”

Per capire la differenza, quando si parla di barriera bordo ponte il dispositivo viene fissato al suolo tramite resina + perni su cordolo in calcestruzzo, mentre il guardrail viene fissato al suolo mediante pali interrati. Non tutti i produttori di barriere stradali sono in grado di progettarle.

L’innovazione nel campo delle barriere stradali di sicurezza

Immagine 6 - Esmpio di installazione su viadotto

Prima di addentrarci nelle caratteristiche tecniche della barriera andromeda, è importante sapere che un aspetto spesso sottovalutato è l’impatto estetico:questo talvolta determina la scelta del progettista in funzione del contesto dove la barriera longitudinale deve essere installata (si pensi, ad esempio, alle strade che attraversano le riserve naturali, oppure ai viadotti panoramici).

Immagine 7 - Andromeda luci
Andromeda has an innovative design that enhances the territory through its aesthetic characteristics. Andromeda is the only barrier on the Italian panorama that moves with the times, thanks to the integration with the sistema smart. Andromeda offers advantages in terms of lightness and ease of installation as it consists of pre-assembled modules. It is not a standard barrier, but it represents a new player on the road safety barrier field that links both guaranteed safety for passengers and the pleasure of driving on an elegant road connected with the environment: Andromeda is a smart light barrier that, thanks to integrated led, increases visibility in case of fog and rain, assuring a high level of road safety.

L’innovazione nel campo delle barriere stradali di sicurezza

Andromeda non è una barriera longitudinale tradizionale poiché presenta una struttura completamente diversa alle classiche barriere che vedi installate lungo le strade. La caratteristica principale della barriera è la struttura leggera e quindi con un peso ridotto che comporta una serie di benefici.

La barriera Andromeda è stata pensata per ogni tipo problema che il gestore stradale o il progettista deve risolvere quando bisogna imbattersi in un progetto di rifacimento stradale o situazioni particolari di installazione.
Non si tratta di una barriera standard, ma rappresenta una novità nel campo delle barriere di sicurezza stradale che coniuga la garanzia di incolumità per i passeggeri al piacere di guidare lungo una strada elegante ed integrata con il panorama.
Leggera e simmetrica, è la barriera ideale per ogni esigenza.

Andromeda, essendo composta da moduli pre-assemblati viene incontro anche alle esigenze degli installatori in quanto l’installazione avviene in modo rapido e veloce, snellendo le procedure e le tempistiche per l’installazione del sistema.

Non solo, la struttura leggera e sottile elimina problemi legati all’ingombro e al peso: Andromeda pesa 1/10 di una barriera in cemento. In alcuni paesi è stata indicata come soluzione idonea per delimitare la corsia dei motociclisti o la corsia dei pedoni,quindi delimita le corsie anche sui ponti.

Immagine 8 - Installazione bordo ponte

Contribuisce alla valorizzazione del territorio grazie alla sua capacità di adattarsi all’ambiente circostante ma soprattutto in tratti stradali dove rappresenta l’unica scelta possibile, consentendo una guida confortevole e sicura.

Entrando nel dettaglio, la barriera longitudinale Andromeda è caratterizzata da un livello di contenimento H2, con un ingombro trasversale di 120 mm e una larghezza operativa di 600 mm (W1)Resistente e sicura come nessun’altra barriera grazie alle sue elevate prestazioni in caso di deformazione e allo stesso tempo poco ingombrante e molto sottile.

Presenta una lunghezza minima di installazione di 48 metri che garantisce prestazioni anche su strade ridotte dove la lunghezza del segmento stradale tra l’ingresso e l’uscita è inferiore agli 80 metri, tipo a protezione delle stazioni di servizio.

Andromeda è disponibile anche nel modello H4b che presenta un un ingombro di 180mm e una larghezza operativa di 800mm (W2) e una lunghezza minima di installazione di 60 metri.Questa caratteristica rende la barriera molto diversa da quelle attualmente sul mercato, che sono testate con una lunghezza di 80 metri.

Immagine 9 - Andromeda bordo ponte H4

Anche questo modello presenta caratteristiche che ne consentono l’utilizzo come spartitraffico monofilarepermettendo un recupero notevole di spazio in banchina.

La barriera di sicurezza stradale Andromeda funge da unione tra sicurezza attiva e passiva: coniuga insieme sicurezza attiva e passiva in quanto, a differenza delle tradizionali barriere di sicurezza stradale, si distingue per la dotazione di un sistema elettronico che migliora notevolmente la sicurezza attiva sulla strada fornendo una migliore visibilità, favorendo l’intervento immediato dei mezzi di soccorso in caso di incidente.

La struttura in acciaio consente di mettere in risalto l’ambiente circostante, riducendo l’impatto visivo che caratterizza le barriere tradizionali.

Insomma, una combinazione perfetta di sicurezza, tecnologia ed estetica, scelta da chi vuole proteggere gli automobilisti e valorizzare il territorio.

Adesso hai tutte le informazioni necessarie per poter scegliere la barriera giusta per te.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni non esitare a contattarci per parlare con uno degli esperti del nostro team per chiarire ogni tua perplessità.
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Cosa significa redirettivo?

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L'attributo "redirettivo" associato a un dispositivo di ritenuta stradale, sia esso un attenuatore d'urto o un terminale di barriera, sta ad indicare la capacità del suddetto dispositivo di ridirezionare il veicolo impattante sulla carreggiata, in modo da impedire:

  • la fuoriuscita dalla carreggiata, la quale può eventualmente comportare la caduta del veicolo in una scarpata o l'impatto contro una parete;
  • la creazione di eventuali ostacoli sulla carreggiata adiacente, pericolosi per gli altri veicoli.

La "redirettività" di un dispositivo di ritenuta stradale è misurata attraverso dei Crash test per mezzo di un veicolo che impatta la fiancata del dispositivo in entrambi i sensi di marcia. Se il dispositivo risponde adeguatamente, l'urto viene assorbito senza comportare alcun danno per i passeggeri e il veicolo viene ridirezionato sulla strada senza difficoltà.

Alcuni dispositivi di ritenuta stradale - nello specifico: gli attenuatori d'urto - sono disponibili sia redirettivi che non redirettivi.

Un dispositivo redirettivo assorbe l'impatto laterale del veicolo e impedisce allo stesso di fuoriuscire dalla carreggiata per mezzo di un ridirezionamento.

Per tale ragione, esso va installato a protezione di ostacoli fissi in prossimità di diramazioni, ingressi e uscite stradali e autostradali. Inoltre, esso risulta necessario per la protezione di ostacoli in prossimità di cantieri stradali e nei tunnel.

A differenza di un dispositivo redirettivo, un dipositivo non redirettivo ha un comportamento ignoto in caso di impatto laterale del veicolo, pertanto, non è garantita l'incolumità dei passeggeri.

Sul canale Youtube SMA https://www.youtube.com/@attenuatoriurtoSMA potrai vedere crash test da impatti laterali differenti.

Qua puoi trovare lo SMA 110P crash test laterale come esempio di questo test:
https://www.youtube.com/watch?v=8HQS62nl-T0

Il codice TC 4.3.110 (nel video) indica il tipo di crash test che viene effettuato secondo normativa UNI EN 1317-3 ( Per saperne di più, si consiglia di consultare il documento della UNI EN 1317).

In sintesi:
TC = indica che si tratta di una prova per attenuatore d'urto;
4 = indica l'avvicinamento del veicolo al dispositivo. In questo caso, si tratta di impatto angolato a 15°;
3 = indica la tipologia di massa del veicolo. In questo caso, il 3 si riferisce a un veicolo con massa pari a 1500 Kg;
110 = indica la velocità di impatto in Km/h.

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